L’erba medica: un alleato naturale per la salute del suolo e la sostenibilità ambientale

In occasione della Giornata Mondiale del Suolo 2025


In un contesto globale che affronta sfide sempre più complesse, la necessità di strategie agricole sostenibili è più urgente che mai.

Il recente rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente L’Ambiente in Europa 2025, basato sulle più recenti evidenze scientifiche e fondato sui dati più completi disponibili in Europa su ambiente, clima e sostenibilità, sottolinea come il pozzo di carbonio UE sia diminuito del 30% rispetto al decennio precedente, complici il riscaldamento del pianeta, l’uso di fertilizzanti chimici, l’invecchiamento delle foreste e gli impatti crescenti di incendi, siccità e parassiti.

Esiste un’ampia varietà di opzioni per invertire questa tendenza e aumentare lo stock di carbonio negli ecosistemi – europei e globali – con significativi co-benefici ambientali e sociali, e i diversi settori stanno portando avanti le proprie azioni di sostenibilità. In questo modo, colture come l’erba medica emergono non solo come strumenti produttivi fondamentali per le aziende agricole, ma come veri attori ecologici, capaci di contribuire alla rigenerazione del suolo, alla riduzione dell’inquinamento e alla mitigazione del cambiamento climatico.

L’azoto è un nutriente essenziale per tutte le forme di vita: è alla base di amminoacidi e proteine, necessari per la crescita di piante, animali e uomo. Tuttavia, l’eccessivo uso di fertilizzanti azotati chimici nelle ultime decadi ha portato a condizioni critiche: inquinamento delle acque, perdita di biodiversità, degrado del suolo, aumento dei gas serra e impatti negativi sulla salute umana.
Le colture leguminose, come l’erba medica, rappresentano una delle soluzioni più efficaci, sostenibili ed economiche per contrastare questo fenomeno. Grazie alla fissazione biologica dell’azoto, realizzata tramite la simbiosi con i batteri del genere Rhizobium, l’erba medica è in grado di catturare l’azoto atmosferico e trasformarlo in una forma assimilabile dalle piante, arricchendo così naturalmente il terreno.

Oltre al ruolo nella fissazione dell’azoto, l’erba medica è una coltura preziosa per la cattura del carbonio. Le sue radici lunghe e persistenti — capaci di arrivare fino a i 5 metri di profondità — permettono di:

  • immagazzinare grandi quantità di carbonio organico nel suolo;
  • migliorare la struttura del terreno, aumentando la porosità e la capacità di trattenere acqua;
  • rendere il suolo più resiliente a eventi estremi come siccità, alluvioni e temperature elevate;
  • stimolare la vita microbica, essenziale per la fertilità a lungo termine.

In una fase storica in cui il pozzo di carbonio europeo è in netto calo, colture pluriennali come l’erba medica diventano strumenti strategici per invertire la rotta. A differenza delle colture annuali, che interrompono ogni anno la capacità di sequestro, l’erba medica custodisce carbonio nel suolo per l’intera durata del ciclo pluriennale, con co-benefici ecologici e produttivi di grande valore.

Un tassello chiave per sistemi agricoli più sostenibili

Integrare l’erba medica nelle rotazioni colturali significa adottare un approccio sistemico alla sostenibilità agricola. Le sue funzioni ecologiche — dalla fissazione dell’azoto alla cattura del carbonio — permettono di:

  • ridurre gli input esterni e i costi aziendali;
  • migliorare la qualità del foraggio e, di conseguenza, le performance degli allevamenti;
  • diminuire l’impatto climatico dell’intero settore agroalimentare;
  • rafforzare la sicurezza alimentare e la resilienza delle aziende agricole.

L’erba medica è una coltura che non solo nutre gli animali, ma soprattutto rigenera il suolo, protegge l’ambiente e contribuisce a costruire un’agricoltura più equilibrata e responsabile.

Bibliografia
https://www.eea.europa.eu/
https://www.fao.org/home/en
https://www.georgofili.info