I foraggi trinciati Gruppo Carli: la loro funzione nutrizionale, dietetica ed economica

Valida soluzione in stalla per ottimizzare i costi di gestione della razione alimentare

La ricerca specifica nel campo della nutrizione zootecnica ha dimostrato che il mezzo più efficace per migliorare le performance produttive di bovine, pecore, capre o bufale in fase di lattazione è una dieta basata su foraggi di qualità.

Oltre alla mera componente nutrizionale, nella valutazione qualitativa dei foraggi è assodato che la consistenza della fibra sia un parametro imprescindibile. Questo è dovuto al suo ruolo dietetico, cioè alla capacità di stimolare la masticazione e la peristalsi del tratto gastro-intestinale, garantendo così la produzione di saliva e quindi una corretta funzionalità digestiva.

Il ruolo della fibra nella razione

Considerando che, per affrontare gli ingenti fabbisogni alimentari della fase di lattazione, le bovine devono assumere una razione ad elevata densità energetica, la fibra diventa un fattore chiave per la produzione di latte.
Se la lunghezza del foraggio è eccessiva, c’è il rischio che gli animali lo selezionino in mangiatoia, preferendo altre componenti della razione.
L’allevatore deve evitare gli estremi tra una razione con poca fibra – che causa l’alterazione della fermentazione ruminale, con conseguenze negative sulla salute dell’animale (acidosi ruminale) e una razione con troppa fibra – perché diminuisce l’energia conferita dagli altri componenti e riduce la produttività.
Tutto ciò riguarda le dinamiche del transito intestinale degli animali, ovvero il comportamento della fibra all’interno del rumine. Numerosi studi hanno dimostrato che la dimensione della particella della fibra è direttamente proporzionale al tempo di permanenza all’interno del rumine, quindi alla sua degradabilità.

 

Una migliore degradabilità della fibra può essere ottenuta in due momenti:

  • al momento dello sfalcio del foraggio, prediligendo i tagli precoci
  • quotidianamente in stalla, nella preparazione del TMR carro miscelatore.

Una non corretta gestione di questi due aspetti può compromettere la qualità e la struttura della fibra, riducendo l’efficienza alimentare della razione.

I foraggi trinciati Gruppo Carli rispondono con successo ad entrambi i requisiti:

  • sono sfalciati in epoca di maturazione precoce e vengono monitorati costantemente attraverso analisi qualitative innovative, comprese quelle frazioni fibrose come la aNDFom (fibra potenzialmente digeribile) e la uNDF (fibra indigeribile) che ne attestano l’elevata digeribilità.
    Così, Gruppo Carli mette in campo conoscenza e tecnologia per ridurre l’impatto della variabilità nutrizionale dei componenti della razione, trasformando foraggi e dati analitici in veri e propri “servizi di nutrizione” a disposizione degli alimentaristi zootecnici.
  • tutte le linee di prodotti in balloni (erba medica, fieni misti, fieno, paglia) sono composte da foraggi già trinciati, per garantire un apporto bilanciato di fibra nella razione e facilitare le operazioni di preparazione della stessa. Negli stabilimenti Gruppo Carli, il processo di trinciatura è seguito da una fase di ventilazione attraverso la quale i foraggi vengono sanificati e i materiali indesiderati (sassi, terra) eliminati.

 

Spesso per l’allevatore la trinciatura dei foraggi diventa un processo oneroso, in termini di costi di ammortamento del trinciatore, di consumo energetico, di tempo e di manodopera. L’utilizzo dei foraggi trinciati Gruppo Carli ottimizza i costi globali della razione, condizione indispensabile per la gestione efficiente dell’allevamento.

 

Bibliografia:

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