I vantaggi della disidratazione per la qualità del foraggio

PARLA L'ESPERTO

I vantaggi della disidratazione per la qualità del foraggio

di Mattia Fustini

L’obiettivo della fienagione è quello di preservare il più possibile gli elementi nutritivi presenti nell’erba e garantire un alimento salubre per gli animali.

Quando una pianta viene tagliata, morendo si interrompe il flusso vitale proveniente dalle radici e le cellule vegetali innescano processi enzimatici e metabolici che consumano le riserve disponibili. I substrati interessati a questa degradazione sono i carboidrati non strutturali (NSC, detti anche carboidrati solubili) come l’amido, il saccarosio, il glucosio, il fruttosio e altri zuccheri (zuccheri esosi vegetali), che possono essere consumati durante un periodo prolungato mentre l’erba è bagnata. La pianta continua i meccanismi di respirazione anche dopo lo sfalcio, finchè il contenuto di acqua non scende sotto valori del 12-13%. Per bloccare la perdita dei principi nutritivi è necessario accelerare il più possibile il processo di evaporazione dell’acqua, limitando il periodo di respirazione della pianta. Il processo che porta l’erba a diventare fieno raggiunge la sua completezza solo quando la sostanza secca è superiore all’88%.

Essiccazione forzata

Abbinare il condizionamento allo sfalcio e la rapida essiccazione, permette di ottimizzare i tempi di evaporazione dell’umidità rispetto ad un’essiccazione in campo. Il condizionamento meccanico porta alla rottura dello strato cuticolare (composto da cere e cutina) che ricopre gli steli e le foglie delle piante, aumentando la superficie di rilascio dell’umidità. Guidando il processo di evaporazione all’interno degli stabilimenti di essiccazione, si velocizza la fase di stabilizzazione, riducendo sensibilmente il dispendio di energia da parte delle cellule vegetali.
Gestire in questo modo la produzione di foraggio permette di massimizzare la presenza degli zuccheri ed evitare che diventino fonte di indesiderate fermentazioni secondarie, che spesso avvengono durante l’essiccazione in campo per colpa dell’umidità residua. Solo attraverso un’essiccazione in due tempi è possibile la raccolta di una pianta molto giovane, anticipando sensibilmente l’epoca di sfalcio, senza rischiare surriscaldamento e ammuffimento del foraggio.

      

Abbattere il rischio muffe

Nelle fasi di stoccaggio se ci troviamo in condizioni di eccessiva umidità residua, la pianta è esposta all’attacco di batteri, lieviti e muffe che trovano un ambiente ideale per la loro crescita.
Applicando il processo di ventilazione forzata è possibile stabilizzare rapidamente il prodotto, interrompere l’attività enzimatica e la crescita di queste sostanze favorendo l’instaurarsi delle corrette condizioni per la conservazione dei principi nutrizionali nel tempo. Inoltre con questa tecnologia è possibile ridurre le operazioni di rivoltamento in campo, elemento di rischio per le contaminazioni del foraggio con terra e sassi. Con la terra vengono veicolate le spore normalmente presenti nel terreno, che possono procurare problemi sanitari agli animali, contaminare il latte e compromettere la qualità dei formaggi.

 

Aumentare la digeribilità

La digeribilità della fibra è inversamente proporzionale all’età della pianta: più viene ritardato lo sfalcio meno valore nutrizionale avrà il foraggio. Normalmente per l’essiccazione in campo si tende a ritardare la raccolta perché la pianta incrementi il tenore di sostanza secca riducendo la quantità di acqua da far evaporare. Senza l’essiccazione forzata è molto difficile poter conservare un fieno da una pianta sfalciata giovane perché il tasso di respirazione dei suoi tessuti sarà molto accelerato e con esso il rischio di una rapida perdita di sostanze nutritive. Inoltre lasciando per più tempo la pianta ad essiccare in campo, aumentano le probabilità di esposizione alla pioggia, fattore di rischio per il dilavamento e la perdita dei carboidrati solubili. L’imbrunimento del fieno (cosiddetto “fieno tabaccato”) è il segnale che zuccheri ed aminoacidi hanno reagito tra loro a causa dell’umidità elevata diventando completamente indigeribili (reazione di Maillard).
Poter raccogliere un prodotto giovane da avviare all’essiccazione forzata permette di massimizzare la presenza di nutrienti digeribili e incrementare significativamente il valore del foraggio.

 

        

 

 

 

Foraggio di erba medica

Il fieno di erba medica viene considerato come buon apportatore di fibra e di proteine. La proteina di medica è di alta qualità, tuttavia buona parte di questa componente rischia di venir persa al momento dello sfalcio. L’organo più ricco di proteina nella pianta di medica sono le foglie, attive dal punto di vista fotosintetico, e quindi caratterizzate da un’elevata presenza di enzimi e proteine coinvolti in questo particolare processo. Quando però il fieno viene sfalciato ed essiccato in campo, il distaccamento delle foglie dal resto della pianta viene facilitato, con conseguente perdita del contenuto proteico e incremento proporzionale della componente strutturale rappresentata dagli steli. Un altro passaggio critico risulta il trasporto del fieno stesso, fattore in grado di influire negativamente sulla percentuale di foglie presenti. In piante raccolte preservando l’integrità di ogni parte, il contenuto di foglie rappresenta fino al 60% del peso totale. E’ quindi evidente che la qualità di un fieno di medica dipenda strettamente da come è stato gestito il momento dello sfalcio e del raccolto.

 

Principi extra-nutrizionali

Il metodo di essiccazione influenza anche il contenuto di altre componenti delle piante, meno conosciute rispetto ai parametri classici, ma di cui è stato dimostrato un ruolo extra-nutrizionale; questi elementi sono parte attiva nel miglioramento dello stato di salute dell’apparato digerente, favorendo direttamente lo stato di benessere all’animale. Si tratta di alcuni acidi organici come l’acido malico, citrico, fumarico ed aconitico che svolgono un’azione protettiva per l’equilibrio dell’ecosistema ruminale. I microrganismi ruminali in presenza di queste sostanze riescono a superare condizioni di sub-acidosi, potendo rimuovere più efficientemente i metaboliti responsabili dell’abbassamento del pH. Anche la presenza di vitamine e carotenoidi è positivamente influenzata dall’essiccazione controllata.

 

Conclusioni

Per ottenere elevate performance zootecniche è necessario che la razione degli animali si basi su foraggi di ottima qualità. La loro produzione attraverso l’essiccazione forzata, rispetto alla tradizionale essiccazione in campo, svincola di fatto la fienagione dall’andamento degli eventi meteorici stagionali, potendo gestire lo sfalcio in base alla maturità della pianta.
I vantaggi sono molteplici:
• maggior quantità di foglie e ridotte perdite meccaniche  alla raccolta (valore nutrizionale più elevato);
• riduzione significativa della contaminazione con polvere e terra (controllo rischio malattie e clostridiosi);
• assenza di muffe e di fermentazioni interne (evitando danni epatici, zoppie e infertilità);
• conservazione degli elementi extra-nutrizionali (acidi organici, vitamine e pro-vitamine

 

Dr. Mattia Fustini

Laureato in Medicina Veterinaria con lode e Dottorato in Scienze dell’Alimentazione e degli Alimenti presso l’Università di Bologna. Specializzato con lode in Sanità Animale, Allevamento e Produzioni Zootecniche presso l’Università di Camerino. Il Dott. Mattia Fustini è nato in Trentino, dove la famiglia ha un allevamento di bovine da latte. Nel 2007 ha lavorato presso la Penn State University, sotto la guida del prof. Jud Heinrichs, studiando il ruolo della fibra fisicamente efficace nelle razioni per bovine da latte. E’ stato responsabile dell’allevamento sperimentale dell’Università di Bologna dal 2008 al 2017. Le sue ricerche si sono incentrate sullo studio degli effetti della dimensione fisica delle particelle dei foraggi sulle risposte produttive, sul comportamento alimentare e sulle fermentazioni ruminali delle bovine da latte. Attualmente si occupa di razionamento e gestione per le aziende di bovine da latte.